Web 2.0 – Una nuova tecnica di ricerca tra i contenuti che nasce dagli utenti: la Folksonomia
Ci sono tanti contenuti sul web e è difficile riuscire a usare un dizionario di termini unico da poter usare per classificarli, allora è nata e diffusa la folksonomia.
La folksonomia è un sistema di classificazione delle informazioni di qualsiasi genere da parte di un gruppo di persone, che ne usufruiscono, utilizzando tag o metadati, quindi è una tassonomia creata da chi la usa, in base a criteri individuali. Nel mondo del web si etichettano o taggano contenuti di qualsiasi genere, come immagini, video, bookmarks e testi, facilitando la ricerca di tali contenuti.
Questi tag vengono quindi condivisi, aggiornati e rivisti da tutti gli utenti che fanno parte di quel sistema. La scelta di un determinato tag per un contenuto dipende dal significato nascosto e soggettivo che l’utente gli ha dato. Quando uno stesso tag è utilizzato da più utenti, questo acquisisce un significato collettivo che andrà a predominare sugli altri tag meno usati, che saranno messi in secondo piano. È possibile quindi avere uno stesso oggetto a cui siano associati più tag, tra i quali predominano quelli che hanno acquisito un significato collettivo, che può anche essere diverso dal significato dato dal creatore dell’oggetto, oppure un tag può essere usato per indicare più oggetti.
Un difetto della folksonomia è la scelta di tag ambigui, presentandosi personalizzati e inesatti. Per molte persone, nel mondo della folksonomia non esistono i sinonimi perché tutto dipende dall’interpretazione dell’utente; pertanto non è possibile rifarsi a nessun dizionario o regola scritta perché un tag che ha un determinato significato per qualcuno, può rappresentare un concetto opposto per altri. Altri problemi sono presentati dagli errori grammaticali, l’utilizzo di diversi metodi per separare più parole che appartengono allo stesso tag e la scrittura dei tag al plurale o al singolare. Infine c’è anche il problema dell’utilizzo di diverse lingue per la scrittura dei tag poiché il web è un mezzo di comunicazioni per tutti.
Per risolvere, almeno in parte, questi problemi si sta cercando di regolarizzare l’utilizzo di della folksonomia introducendo qualche regola base da far seguire agli utenti:
- usare il plurale piuttosto che il singolare;
- usare il minuscolo;
- raggruppare le parole usando la sottolineatura;
- seguire le convenzioni di etichettatura iniziate da altri e aggiungere sinonimi.
Un’altra soluzione per risolvere i problemi riscontrati è quella di rendere i software più intelligenti
eseguendo prima di tutto il controllo degli errori grammaticali. Una soluzione molto usata ultimamente è quella in cui il software suggerisce all’utente possibili tag da poter usare, selezionandoli da quelli più usati per quel contenuto.
È possibile descrivere la folksonomia seguendo un’evoluzione: si crea, diverge ed evolve, attraverso l’uso e l’iterazione, cercando di unire le raccolte personali dei singoli utenti in un’unica raccolta collettiva. Riordinando i tag però si corre il rischio di perdere importanti metadati, poiché, essendo poco usati, possono essere considerati inadeguati, e si rischia di far perdere l’attrattiva principale della folksonomia, cioè raggruppare tutti i modi possibili per taggare un contenuto.
È possibile usare come tag oltre a parole chiave anche altri tipi di metadati, come una data, oppure l’URL di un sito. Una sfumatura della folksonomia che sta prendendo piede è il GeoTagging, usata anche da Flickr. Questa tecnica consiste nell’associare ad un contenuto le coordinate, l’altitudine ed altri dati geografici, in modo da poter associare al contenuto un luogo indicato su una mappa digitale.
Organizziamo in modo intelligente i nostri tag: Tag cloud
La folksonomia, introducendo un tagging collettivo, permette una ricerca dei contenuti molto più semplice ed efficace. Avendo a disposizione tutti questi tag è necessario organizzarli e visualizzarli.
Una tecnica diffusa è il tag cloud, ossia una forma di visualizzazione dei tag che si combina con l’ordine alfabetico e il grado di rilevanza. Possono essere applicati due criteri:
- il primo prevede che ogni tag appaia una sola volta all’interno dell’elenco, ma con una grandezza direttamente proporzionale alla frequenza di utilizzo all’interno dei contenuti;
- il secondo criterio prevede di associare la grandezza del carattere al numero di consultazioni che quel tag, o le notizie alle quali è abbinato, hanno ricevuto nel tempo. È una forma di tag cloud più democratica che varia la dimensione del carattere a seconda degli argomenti che hanno riscosso maggiore interesse da parte dei visitatori.
É possibile applicare ai tag cloud qualsiasi tipo di visualizzazione personalizzata, variando oltre alla grandezza colori, font e molto altro.
Differenze con il passato web 1.0
Precedentemente era usata la tassonomia scientifica, cioè era l’autore dei contenuti ad inserire i tag organizzando i contenuti in categorie gerarchiche. Questo può presentare dei problemi per gli utenti nel rintracciare i contenuti se i tag usati assumono un significato diverso. I problemi grossi si riscontrano quando bisogna cambiare i nomi dei tag perché bisogna modificare manualmente i collegamenti alle pagine, mentre con l’ausilio di programmi è possibile generare i tag cloud automaticamente.
Sono molto utili tutti questi articoli sul web 2.0, ogni volta che ne sto leggendo uno mi viene una buona idea per app e siti web. Grazie 🙂
Grazie mille, mi fa davvero piacere sapere che sono utili anche per avere nuove idee.
Ho notato che sono stati pubblicati molti articoli riguardanti il web 2.0. Ma ogni tanto quelli della categoria Ricerca sono davvero molto belli da leggere.
Abbiamo avuto una forte richiesta di articoli che riguardavano gli strumenti del web 2.0, quindi pensiamo di concludere questo ciclo di post correlati, prima di passare ad articoli di ricerca. Ma continua a seguirci, a breve saranno pubblicati. Grazie per il consiglio.