Mentre molte realtà aziendali stanno sempre più velocemente compiendo quel percorso volto alla digitalizzazione che segnerà l’avvento della cosiddetta industria 4.0, il mercato non si ferma certo a guardare e si inizia a parlare di industria 5.0, ovvero quella che sarà la prossima rivoluzione industriale e che ormai è già alle porte.

Che cos’è l’industria 5.0

I progressi recentemente raggiunti nell’intelligenza artificiale, nell’apprendimento automatico, nella robotica, nell’internet of things, nella realtà virtuale e in quella aumentata, nelle nanotecnologie e nelle biotecnologie e in molti altri settori sono i capisaldi su cui è fondata l’industria 4.0

L’industria 5.0, invece, si attua perfezionando i suddetti aspetti e portandoli a un nuovo stato evolutivo, cioè quello dell’interazioni tra uomo e macchina.

Nonostante possa sembrare quasi un concetto fantascientifico, la quinta rivoluzione industriale non farà altro che metterà in pratica un trend già ora in rapida ascesa e realizzare un futuro che già oggi è possibile intravedere con grande chiarezza.

Ne è un esempio la straordinaria performance mostrata nel corso della conferenza globale Google I/O del 2018 in cui a un assistente vocale basato sull’intelligenza artificiale è stato fatto chiamare una donna per poter fissare un appuntamento e durante tutte le fasi della comunicazione verbale la persona non si è mai resa conto di essere al telefono con un’entità puramente virtuale.

Naturalmente, ed è un aspetto fondamentale che richiede di essere specificato, l’apporto decisivo della robotica non deve in alcun modo essere considerato come un sostitutivo dell’attività umana, anzi.

Lo scopo dell’industria 5.0 è proprio quello di creare una stretta correlazione tra la forza lavoro dell’uomo e i mezzi e le risorse tecnologiche che a disposizione facendo sì che quest’ultime si occupino di quelle fasi, come ad esempio i sistemi produttivi aziendali, in cui gli sforzi prodotti possono e devono subire dei miglioramenti in grado di essere di beneficio per tutti.

Ed è innegabile che questa nuova rivoluzione industriale si prefigga anche l’obiettivo di ridefinire i rapporti tra uomo e macchine in maniera tale da stabilire una reciproca collaborazione futura di grande impatto e rilevanza per tutti.

Perché l’industria 5.0 è una necessità?

Considerare la quinta rivoluzione industriale come un mero atto dimostrativo della potenza e dell’innovazione tecnologica di cui attualmente disponiamo sarebbe un approccio certamente sbagliato, se non altro perché lo scopo prefissato non è questo.

L’obiettivo concreto dell’industria 5.0, infatti, è quello di creare delle condizioni di lavoro, ma soprattutto di vita quotidiana, in cui le risorse tecnologiche a disposizione sono imprescindibili per poter realizzare una società migliore e più vivibile.

Ed è fondamentale che tutte le realtà industriali si pongano nei confronti di questa svolta epocale in maniera attiva e proattiva così da favorire il più velocemente possibile la transizione verso la digitalizzazione e a far sì che i mezzi tecnologici possano essere utilizzati sin da subito per incrementare la redditività dell’azienda e di conseguenza anche il benessere dei lavoratori.

Da questo punto di vista la pandemia mondiale di Covid-19 ha mostrato in tutta la sua franca violenza l’esigenza di ripensare a dei modelli industriali e a dei processi produttivi in cui la capacità di sapersi adattare ai cambiamenti e di resistere a eventuali o improvvisi blocchi globali di cause terze sono requisiti fondamentali per mantenere inalterati i valori societari, la produttività e i compensi dei lavoratori.

Come renderla possibile

La Commissione Europea già da diverso tempo è concentrata nell’individuazione e nella relativa trattazione di linee guida che possano favorire la transizione digitale in maniera più fluida possibile mettendo in moto delle iniziative societarie e politiche che prendono il nome di Green Deal Europeo, Un’Economia che lavora per le persone ed Europa adatta all’era digitale.

Specificatamente in relazione all’industria 5.0, la Commissione ha individuato alcuni punti ben precisi da dover seguire affinché possa diventare quanto presto un aspetto fondante della società:

  • L’adozione di un approccio digitale
  • La riqualificazione dei lavoratori sotto un’ottica che tenga conto delle esigenze digitali
  • La creazione di industrie moderne in cui gli aspetti digitali, tecnologici ed ecologici siano un tutt’uno con i valori fondanti dell’azienda
  • La fondazione di industrie che facciano della capacità d’innovazione e del continuo sviluppo i fulcri per mantenere standard qualitativi di competitività di assoluta eccellenza.

Il futuro prossimo

Nonostante la quinta rivoluzione industriale sia appena agli albori, è già necessario tracciarne i prospetti futuri e individuarne le caratteristiche che la renderanno un’occasione irripetibile da cogliere nella storia dell’umanità.

La verità è che le prime rivoluzioni industriali, per lo più improntate sugli aspetti meccanici e meccanicistici, hanno richiesto diversi decenni prima che potessero essere attuate, mentre la quarta e la quinta che fanno impiego di risorse e tecnologie digitali hanno necessitato di tempistiche considerevolmente inferiori.

Addirittura si stima che grazie all’incremento esponenziale delle varie risorse tecnologiche, sia dal punto di vista della scoperta sia da quello della diffusione, possa verificarsi una nuova rivoluzione industriale quasi in ogni decennio.

Si capisce bene quindi come l’esigenza di dover ripensare la società per come la conosciamo e i processi industriali che la animano non è solo uno sfizio personale di qualche grande multinazionale, ma è più che altro l’avvisaglia di un cambiamento dei tempi in corso a cui bisogna adeguarsi se non si vuole restare irrimediabilmente indietro.

I benefici ottenibili non riguarderanno solo gli aspetti quotidiani della vita globale, ma andranno inevitabilmente a intaccare anche le singole persone che della società ne sono una parte integrante.

Per quel che riguarda il lavoro, ad esempio, è stato stimato come l’automazione e la digitalizzazione necessitino inderogabilmente di una notevolissima quantità di dipendenti in grado di curarne ogni singolo aspetto e difatti è proprio passando attraverso la riqualificazione dei lavoratori generici che si potranno attuare nuove strutture industriali ed economiche in cui il lavoratore avrà la possibilità di specializzarsi sempre di più grazie all’ausilio delle macchine e di risultare idoneo per le future rivoluzioni.

Oltre a ciò, è ovvio come l’automazione e la digitalizzazione concorrano unitamente in una drastica ottimizzazione dei costi e in un relativo taglio degli sprechi così da fornire sempre processi produttivi efficaci e flussi finanziari in attivo.

Da non tralasciare, infine, l’aspetto ecologico che già ora in virtù dell’adozione dell’industria 4.0 ne ha particolarmente beneficiato, vantaggi che continueranno a crescere grazie alla quinta rivoluzione industriale e alle sue dinamiche interne.