Nell’ambito musicale, specialmente per quanto concerne la cultura pop, l’avvento della tecnologia è stato un fattore determinante.

Sembrerebbe un’ovvietà, in quanto musica e tecnologia non sono mai stati binari paralleli, piuttosto le loro storie sono da sempre intrecciate e quanto mai saldate l’una con l’altra. Basti pensare che uno degli elementi fondanti della musica, come la trasmissione dei suoni è legato ad una questione di avanzamento tecnologico.

Occorre tuttavia, fare delle distinzioni.

L’utilizzo di strumenti elettronici in ambito musicale segue due modalità, due modi d’uso:

  • il primo è strettamente legato alla registrazione e alla diffusione dei suoni, pertanto riguarda tutti i generi, senza alcuna distinzione.
  • il secondo riguarda invece l’uso degli strumenti elettronici per la produzione dei suoni, concependo dunque, la tecnologia come parte integrante del processo di creazione musicale.

Questa differenziazione è evidenziata ancor più dall’esistenza di un genere musicale realizzato completamente (o in alcuni casi, prevalentemente) attraverso questi strumenti: la musica elettronica.

Ripercorrere la storia di questo genere è un’operazione che può essere, per certi versi, complessa. Innanzitutto, va detto, che da un punto di vista sociologico, non è un errore affermare che, come altre grandi invenzioni che hanno caratterizzato il Novecento (il cinema, ad esempio), la musica elettronica “nasce prima della musica elettronica”.

Concettualmente significa che l’idea stessa di realizzare tracce audio essenzialmente attraverso strumenti elettronici, esisteva già da prima che venisse messa in atto.

A dirla tutta, per arrivare a vedere questo genere muovere i suoi primi passi, trascorreranno oltre quarant’anni.

Telharmonium del 1897
Telharmonium del 1897

Il primo antenato degli strumenti elettronici nasce infatti nel 1897. Si chiama “telharmonium” e si tratta di un macchinario di circa 200 tonnellate, simile ad un organo. L’invenzione, che non avrà invero molta fortuna, è da attribuirsi a Thaddeus Cahill.

Qualcosa di molto più rivoluzionario accade invece nel 1917, quando fa la sua comparsa il “theremin”, progettato da Leon Theremin, un fisico russo. Questo apparecchio incanterà l’Europa e l’America per oltre un decennio. Il dispositivo alla base di questa invenzione era costituito da due antenne attraverso le quali era possibile “tradurre” il campo elettromagnetico in suono controllandone sia l’altezza, sia l’ampiezza, tramite il movimento della mani. Per la prima volta accadeva che la musica, le note, il suono, venissero estratti da “qualcosa” e non messi “dentro qualcosa” (come avveniva invece con gli strumenti classici).

L’invenzione del theremin è stata talmente innovativa da godere di una enorme longevità che arriva fino ai giorni nostri.

Tuttavia, ai tempi fu un caso unico e non scatenò una scia di invenzioni come poteva essere auspicabile. L’innovazione nel campo della strumentazione elettronica procedette a piccoli passi, timidamente.