“Altered Carbon”, pubblicato nel 2004, rappresenta uno straordinario esordio per l’autore Richard Morgan nella letteratura fantascientifica.
Ci troviamo nel XXV secolo, in un futuro duro e difficile in cui la tecnologia di Bay City ha fatto grandi progressi e, tuttavia, lo stesso non si può dire della moralità delle persone.
Questa società ha trovato il segreto per la manipolazione di vita e morte, fa una copia dell’anima e dei ricordi delle persone e dopo la morte trasferisce questa memoria della loro coscienza e dei loro ricordi in un nuovo corpo.
Questo è proprio quanto accaduto al protagonista del romanzo di Morgan, Takeshi Kovacs, un soldato che dopo la sua morte si ritrova all’interno del corpo di un poliziotto corrotto.
Il ritmo narrativo cattura il lettore e lo immerge nella missione di Kovacs: scoprire l’autore di un omicidio. Kovacs ci guida alla scoperta dei segreti profondi di questa società di un futuro non troppo remoto.
Oltre il velo patinato del progresso si nascondono l’arroganza, l’assenza di valori, le droghe e decadenza. I potenti al governo hanno dato vita a un meccanismo manipolatorio della vita e delle persone, un modo perverso finalizzato a garantirsi l’immortalità.
Bancroft fa parte della classe dirigente e chiede a Kovacs di indagare su un omicidio, quello della sua vita precedente. Nonostante la polizia pensi che si sia trattato di un suicidio i ricordi e la memoria di Bancroft gli dicono che non si tratta della verità. Così il romanzo fantascientifico acquista tinte di giallo noir e segue Kovacs nelle sue indagini e nelle sue elucubrazioni mentali sui sospettati e sulla polizia che si dimostra poco cooperativa.
Il romanzo ha una sua complessità e ci sono diversi centri d’attenzione del racconto. Innanzitutto, Bancroft, con un’anima giunta all’età di 350 anni, è l’emblema della disparità sociale della nuova epoca. In effetti, sono solo le persone all’apice della scala sociale come lui che beneficiano di un diritto di vita assoluto per loro stessi.
Tutti le altre persone che possono beneficiare di “un’altra vita”, invece, sono scelte da chi detiene il potere e non hanno neppure la possibilità di decisione. Il tema del controllo e del libero arbitrio delle persone rappresenta, quindi, una parte importante della narrazione.
Quanto alla soluzione del caso di omicidio di Bancroft, l’epilogo in un certo senso può sembrare banale per la storia. Ma, forse, si tratta della precisa intenzione dell’autore che vuole focalizzare, invece, l’attenzione del lettore non tanto sul come oppure il chi della storia ma sui suoi numerosi perché.
Al di là di questa società digitalizzata in cui tutto, persino l’anima e il ricordo di una persona, diventano dati la libertà è un privilegio di pochi. Le persone sono pedine su una scacchiera, così come Kovacs che si trova lì per scelta di qualcun altro e non può neppure vivere la sua vita in libertà senza scoprire prima cosa realmente è successo a Bancroft. Ma non solo non c’è libertà di vita non c’è neppure libertà di morte, ne è un esempio la storia della donna costretta ad avere la sua memoria copiata e trasferita in un nuovo corpo.
Il ritmo della narrazione è incalzante in alcuni momenti ma per lo più va a rilento soffermandosi su molti dettagli per consentire di inquadrare bene i personaggi così come tutti i dettagli della trama. Sicuramente, chi ama i racconti di fantascienza con un pizzico di noir e poliziesco troverà in questo romanzo di Morgan una lettura molto piacevole e avvincente.