Tutte le emozioni sono impulsi ad agire: in altre parole, piani d’azione dei quali ci hanno dotato l’evoluzione per gestire in tempo reale le emergenze della vita.

La radice della stessa parola “emozione” è il verbo latino “moveo” che con l’aggiunta del prefisso “e-” significa “movimento da” proprio per indicare che in ogni emozione è implicata una tendenza ad agire.

Le ultime ricerche scientifiche hanno permesso di scoprire come si prepara il corpo a un tipo di risposta molto diverso per ognuna delle principali emozioni.

Quando ci prudono le mani dalla rabbia

Quando siamo in collera, il sangue ci affluisce alle mani e questo rende più facile afferrare un’arma o sferrare un pugno; la frequenza cardiaca aumenta e una scarica di ormoni, fra i quali l’adrenalina, genera un impulso di energia abbastanza forte da permettere una’azione vigorosa.

Siamo all’erta quando siamo colti da uno spavento

Se abbiamo paura, il sangue fluisce verso i grandi muscoli scheletrici, ad esempio quelli delle gambe, rendendo così più facile la fuga e al tempo stesso facendo impallidire il volto, momentaneamente meno irrorato (ecco da dove viene la sensazione che “si geli il sangue”). Allo stesso tempo, il corpo si immobilizza, come congelato, anche solo per un momento, forse per valutare se non convenga nascondersi. I circuiti dei centri cerebrali preposti alla regolazione della vita emotiva scatenano un flusso di ormoni che mette l’organismo in uno stato generale di allerta, preparandolo all’azione e fissando l’attenzione sulla minaccia che incombe per valutare quale sia la risposta migliore.

Un sorriso ci rende pieni di energie

Nella felicità, uno dei principali cambiamenti biologici sta nella maggiore attività di un centro cerebrale che inibisce i sentimenti negativi e aumenta la disponibilità di energia, insieme all’inibizione dei centri che generano pensieri angosciosi. Tuttavia, a parte uno stato di quiescenza che consente all’organismo di riprendersi più rapidamente dall’attivazione biologica causata da emozioni sconvolgenti, non si riscontrano particolari cambiamenti fisiologici. Questa configurazione offre all’organismo un generale riposo, e lo rende non solo disponibile  d entusiasta nei riguardi di qualunque compito esso debba intraprendere ma anche pronto a battersi per gli obbiettivi diversi.

Si coopera quando c’è amore

L’amore, i sentimenti di tenerezza e la soddisfazione sessuale comportano il risveglio del sistema parasimpatico; in altre parole, si attiva la mobilitazione opposta a quella che si presenta nella rabbia e paura. La modalità parasimpatica, che potremmo anche chiamare “risposta al rilassamento” si avvale di un insieme di reazioni che interessano tutto l’organismo e inducono uno stato generale di calma e soddisfazione tale da facilitare la cooperazione.

Come formulare il miglior piano per agire

Nella sorpresa il sollevamento delle sopracciglia consente di avere una visuale più ampia e di far arrivare più luce sulla retina. Questo permette di raccogliere un maggior numero di informazioni sull’evento inatteso, contribuendo alla sua comprensione e facilitando la rapida formulazione del miglior piano di azione.

Quando si dice “è un colpo al naso”

In tutto il mondo l’espressione di disgusto è la stessa, e invita il medesimo messaggio: qualcosa offende il gusto o l’olfatto, anche metaforicamente. Come già osservato Darwin, l’espressione facciale del disgusto – il labbro superiore sollevato lateralmente mentre il naso accenna ad arricciarsi – indica il tentativo primordiale di chiudere le narici colpite da un odore nocivo o di sputare un cibo velenoso.

Serve anche essere tristi

La tristezza ha la funzione fondamentale di farci adeguare a una perdita significativa, ad esempio a una grande delusione o alla morte di qualcuno. Essa comporta la caduta di energia ed entusiasmo verso le attività della vita – in particolare per le distrazioni e i piaceri – e, quando diventa profonda e si avvicina alla depressione, ha l’effetto di rallentare il metabolismo. La chiusura in se stessi che accompagna la tristezza ci da l’opportunità di elaborare l’evento che ci ha resi tristi e quando le energie ritornano si è pronti per nuovi progetti.