Il web ormai è parte integrante delle nostre vite: ognuno di noi, o quasi, è in possesso di almeno un device che permette la navigazione in internet ed al quale sono connessi uno o più account sui più famosi ed utilizzati social della rete.
Questa connessione costante e globale che permette agli utenti di essere ovunque ed ogni momento, ha sicuramente portato enormi vantaggi nei rapporti interpersonali e nelle possibilità di interscambio culturale, ma ha anche esposto in maniera sempre più costante il cosiddetto lato oscuro della rete.
Tramite i social infatti sono sempre più frequenti e sconcertanti i casi di bullismo (chiamato in questo caso cyber-bullismo), diffusione di fake news, vouyerismo e cyberstalking fino a giungere ad un fenomeno che ha subito una rapida ascesa negli ultimi anni fino a diventare un vero e proprio problema sociale di portata preoccupante: il revenge porn.

Cos’è il revenge porn?

Il revenge porn è a tutti gli effetti una forma di violenza diffusa via web. Letteralmente si traduce con “vendetta porno” e riguarda la condivisione pubblica di foto e video sessualmente espliciti tramite internet senza il consenso della persona coinvolta.
La natura di questa condivisione non è terribile soltanto perché viola la privacy ed i diritti della vittima, ma anche perché viene perpetrata come una vera a propria vendetta: chi pubblica le immagini o i video lo fa per ripicca e ritorsione nei confronti della persona coinvolta.
A diffondere queste immagini e video sono spesso gli ex fidanzati e compagni o anche persone che appartengono alle cerchie familiari ed amici.
I luoghi di diffusione sono le chat, i siti di incontro ma più comunemente social come Facebook ed applicazioni come Whatsapp.

L’effetto a catena creato dal revenge porn è spesso inarrestabile: basta la condivisione in rete di una sola foto per far sì che questa venga condivisa click dopo click e si diffonda a macchia d’olio ottenendo migliaia di condivisioni e raggiungendo, potenzialmente, il computer o cellulare di chiunque.
Il revenge porn è un fenomeno che può danneggiare la reputazione di una persona, la sua carriera, la famiglia e minare seriamente la sua autostima fino portare a conseguenze devastanti ed irrimediabili: le vittime del revange porn non riescono a vivere più con serenità, hanno spesso attacchi di panico, cercano di nascondere la propria identità e qualcuno, purtroppo, si è anche tolto la vita.

Come difendersi dal revenge porn? Cominciamo a prevenire

Verrebbe naturale rispondere a questa domanda con un semplice “Evitare di fare certe foto o video”, ma la questione non è così semplice: nel rapporto col proprio partner, basato tendenzialmente sulla fiducia reciproca, l’intimità dovrebbe essere rispettata in ogni sua forma. Non c’è niente di male nel viverla in modo sereno e confidente anche attraverso la scelta consensuale di immortalare determinati momenti.
E’ una cosa fatta in coppia che dovrebbe rimanere all’interno della stessa.
Per questo evitare completamente queste pratiche intime non è un consiglio nè giusto nè sensato da dare, ma si possono comunque avere degli accorgimenti per cercare di arginare l’eventuale problema.

  1. Non mostrare la tua faccia nelle foto e presta particolare attenzione ai tuoi segni particolari, piercing e tatuaggi.
    Quando decidi di scattare una foto di nudo o della tua intimità, assicurati di concentrare l’attenzione sul tuo corpo, in questo modo il tuo anonimato sarà più protetto. Stesso discorso per tatuaggi, piercing o segni particolari che possano identificarti senza ombra di dubbio.
  2. Ti fidi ciecamente della persona che hai di fronte?
    Può sembrare una domanda banale ma è importante porsela: ci fidiamo davvero della persona alla quale stiamo mandando una nostra foto di nudo? Se la risposta è no allora è sicuramente meglio tenere per sè lo scatto.
  3. Usa applicazioni che garantiscano sicurezza.
    Con la diffusione di applicazioni come Whatsapp o Snapchat che hanno preso il sopravvento sui normali sms, è diventato essenziale assicurarsi che l’applicazione che vuoi usare abbia integrata la crittografia end-to-end.
    La crittografia end-to-end assicura che nè Whatsapp, ad esempio, nè terze parti possono leggere o ascoltare i messaggi che ti scambi con qualcuno. Snapchat ed Instagram, inoltre, ti avvertono se qualcuno fa uno screenshot della vostra conversazione.
  4. Salva le tue foto in modo sicuro.
    Se hai delle foto di nudo o dei video privati sul tuo computer o cellulare, assicurati che non vengano archiviati in un cloud. Il consiglio è quello di metterli in una cartella protetta da password o di archiviarli in un hard disk esterno che non sia connesso in rete.

Cosa dice la legge riguardo al revenge porn?

E’ davvero difficile, nel nostro paese, tutelare le vittime di questo tipo di molestie perché spesso sono consenzienti al momento dello scatto o della ripresa video ma non lo sono, ovviamente, quando viene effettuata la condivisione.
Al momento chi diffonde foto private sul web viene processato a seconda dei casi per diffamazione, tentativo di estorsione, violazione della privacy, stalking, trattamento illecito dei dati.
In Italia, quindi, non esiste ancora una legge specifica per questo fenomeno ma nel settembre del 2016 è stata presentata una proposta di legge per l’introduzione dell’articolo 612-ter del codice penale, che riguarda proprio la diffusione di immagini e video sessualmente espliciti e che prevede la reclusione da uno a tre anni per chiunque diffonda immagini private. Purtroppo la proposta di legge è al momento ferma e non ancora approvata.
In paesi come la Germania, il Regno Unito, Israele, Australia e 34 paesi degli Stati Uniti, il reato è disciplinato meglio.
In Australia, addirittura, in accordo con Facebook, si sta sperimentando una strategia di prevenzione che, attraverso l’utilizzo dell’intelligenza artificiale e dell’uso di software di matching, possa riconoscere le foto segnalate come “immagini intime non consensuali” e bloccarne la diffusione.

Cosa fare se qualcuno pubblica una vostra foto?

Rivolgersi alle autorità

L’intervento tempestivo in questo caso è fondamentale per tentare di arginare il problema.
Rivolgersi alle autorità è il primo passo: denunciare, perché il revenge porn si basa proprio sulla vergogna, ovvero sulla certezza che la vittima non vorrà esporsi ancora di più. Polizia di Stato e Carabinieri hanno invece sezioni apposite dedicate a questo tipo di violazioni della privacy, ed è in loro potere intervenire a tutela della vittima.

Segnalare l’accaduto contattando lo staff della piattaforma web

Se per caso ci si dovesse ritrovare un questa situazione, la prima cosa che bisogna fare consiste semplicemente nel segnalare l’accaduto alle autorità competenti nel portale dove quella foto o immagine è stata condivisa.
Sostanzialmente si tratta di trovare l’elemento chiave del Revenge Porn e successivamente occorre inviare una segnalazione allo staff del portale.
Questa operazione può essere portata al termine in diversi modi come, ad esempio, sfruttare la funzione di segnalazione presente nello stesso portale dove quell’elemento chiave è stato condiviso.
Ogni singolo tipo di procedura deve essere svolta attentamente descrivendo con cura il tipo di elemento, facendo in modo che lo stesso staff abbia sotto controllo la panoramica generale della situazione.
In alternativa si potrà contattare telefonicamente, o meglio ancora tramite chat o mail, lo stesso staff di quel portale online, in maniera tale che la soluzione possa essere adottata immediatamente.
Sarà poi necessario attendere che lo staff dello stesso sito porti al termine tutti i vari tipi di controlli sullo stesso sito, procedendo in maniera attenta effettuando dei controlli.
Generalmente, se si è vittima di Revenge Porn, quel contenuto viene subito censurato in quanto questo violerà sicuramente tutte le diverse norme di sicurezza e legalità presenti sul portale. Oltre a questo genere di operazione lo staff responsabile oscurerà anche le pagine di coloro che hanno inserito e condiviso quel particolare tipo di elemento volgare e tutt’altro che utile. In questo modo sarà dunque possibile poter ottenere una sorta di giustizia che previene delle situazioni ce sono tutt’altro che piacevoli da affrontare.

Cosa fare su Facebook, Instagram e Messenger

Tutti i social network della famiglia di Zuckerberg utilizzano il sistema di segnalazione come meccanismo per evitare la condivisione di un contenuto. L’azienda ha studiato un modo di arginare la diffusione di questi contenuti: sul social network, quanto sulla piattaforma di messaggistica di Messenger e anche su Instagram.

Le immagini pubblicate senza consenso si potranno segnalare utilizzando l’apposito link (Segnala) che appare premendo sulla freccia verso il basso o il menù (i tre puntini ‘…’)  del singolo post.

I rappresentanti qualificati del team Community Operations di Facebook rivedranno l’immagine e la rimuoveranno se questa viola i nostri Standard della Community. In molti casi saranno anche disattivati gli account che hanno condiviso immagini personali senza permesso (ovviamente, si potrà contattare lo staff qualora qualcuno ritenesse che la foto sia stata rimossa per errore).

Dopo questo passaggio, la piattaforma sfrutterà le tecnologie di foto-matching per aiutare a contrastare ulteriori tentativi di condivisione dell’immagine su Facebook, Messenger e Instagram.

Cosa fare su Twitter

La piattaforma di microblog Twitter mette a disposizione un sistema di segnalazione. Basta recarsi all’interno del tweet “incriminato” e andando a fare tap sulle opzioni uscirà fuori la voce “Blocca o segnala”. Una volta cliccato su “Blocca o segnala” è possibile oltre al già disponibile pulsante “Blocca utente” la voce “Invia una segnalazione”. Se si desidera inviare una segnalazione al team di Twitter sarà possibile scegliere il motivo per il quale si desidera inviare la segnalazioni attraverso la voce “Qual è il problema?” che presenta varie voci tra cui: “Questo Tweet mi disturba”, “Questo Tweet contiene spam”, Questo account potrebbe essere compromesso”, “Questo utente è offensivo” o “Questo Tweet contiene un’immagine sensibile”.

La piattaforma ha introdotto, ultimamente, nuovi strumenti per rendere più efficace il blocco di utenti molesti tramite la semplificazione del meccanismo di segnalazione. Il nuovo sistema anti abuso prevede che l’utente, fatta la sua segnalazione attraverso la funzione dedicata di Twitter, ha la possibilità di scegliere se ricevere o meno un riepilogo della denuncia tramite mail. In tal modo, potrà ricevere un documento riportante il ‘cinguettio’ incriminato, l’indirizzo Internet dell’account denunciato e i dati sull’account di chi denuncia l’abuso. Le autorità riceveranno un vademecum, un riassunto scritto per facilitare l’avvio dei controlli.

Cosa fare su Google

Se i contenuti lesivi sono presenti su siti o piattaforme che non hanno un sistema di segnalazione, la prima cosa da fare è segnalare il link ai principali motori di ricerca che si occuperanno di rimuovere il link dai risultati di ricerca affinchè la pagina non sia più ricercabile e visualizzabile come risultato di ricerca anche se continuerà ad esistere. Questa operazione permette di limitare la divulgazione del materiale prima prima di procedere con la denuncia presso le autorità e la segnalazione al web master del sito web.

Google mette a disposizione un apposito modulo da compilare raggiungibile dal seguente link.

Per maggiori informazioni rimandiamo alla guida per rimuovere immagini personali, indesiderate ed esplicite da Google.

Cosa fare sui prodotti Microsoft: motore di ricerca Bing, sistema cloud OneDrive e XBoxLive

Sulle piattaforme Microsoft, come per Google è necessario compilare un apposito modulo per richiedere la rimozione della pagina contenente il contenuto multimediale da rimuovere dai risultati di ricerca. Il modulo è raggiungibile al seguente link.

 

Questa guida sarà aggiornata nel tempo per essere un punto di riferimento per dare qualche informazione utile per chi ne ha bisogno. Per qualsiasi informazione o dubbio è possibile contattarci tramite email a luca.casaburi@ricercattiva.it